Litografia offset con argento su carta firmata a mano da Takashi Murakami. Edizione numerata di 300 esemplari. Pubblicato da Kaikai Kiki Co. Ltd, Giappone.
Obliterate the Self and Even a Fire is Cool di Takashi Murakami incarna il suo caratteristico stile Superflat, fondendo l’estetica dell’arte giapponese tradizionale con riferimenti contemporanei tratti da manga, anime e cultura pop. Attraverso una composizione vivace e meticolosamente curata, Murakami esplora concetti filosofici e spirituali profondamente radicati nella cultura giapponese, come l’impermanenza, l’annientamento dell’ego e la trasformazione emotiva.
Il titolo Obliterate the Self and Even a Fire is Cool («Annullare il sé e persino un fuoco diventa fresco») si ispira a un’idea della filosofia buddista: il concetto secondo cui la dissoluzione dell’ego permette di trascendere la sofferenza e raggiungere uno stato di calma e distacco assoluti. Il fuoco, solitamente associato alla passione, alla distruzione o al dolore, diventa qui una metafora del mondo materiale e delle sue illusioni, che perdono il loro potere disturbante quando il sé si dissolve nel vuoto.
Murakami utilizza i suoi iconici fiori sorridenti, che in quest’opera sembrano avvolgere lo spettatore in una cascata di colori accesi e forme esuberanti. Tuttavia, sotto il loro aspetto giocoso e allegro, questi fiori possono essere interpretati come una rappresentazione della fugacità della gioia e della necessità di accettare la transitorietà di tutte le cose. Questo concetto si collega alla dottrina buddista del mujō (無常), ovvero l’impermanenza, che ci ricorda che tutto, persino la sofferenza, è temporaneo.
L’uso del colore in questa opera amplifica l’esperienza sensoriale intensa, una delle caratteristiche distintive dello stile di Murakami. L’impiego di tonalità vivaci, contorni netti e superfici impeccabilmente lisce genera un senso di artificialità che, paradossalmente, invita a riflettere su ciò che è reale e su ciò che è soltanto una costruzione effimera della mente.
Il riferimento all’annientamento del sé richiama concetti dello Zen e del Buddismo Mahayana, che hanno influenzato generazioni di artisti giapponesi. Nella pittura tradizionale, questa idea della dissoluzione del sé è spesso espressa attraverso composizioni minimaliste o paesaggi che evocano l’infinito. Murakami, invece, sceglie una strada opposta: anziché il vuoto contemplativo, ci immerge in un universo di stimoli visivi travolgenti, quasi ipnotici, come se la sparizione del sé potesse avvenire non nel silenzio, ma nella totale immersione nell’immagine.
Come in molte sue opere, Murakami applica il concetto di Superflat, un’estetica che elimina la gerarchia tra arte alta e arte popolare, mescolando la pittura tradizionale giapponese con il design grafico contemporaneo. Questo approccio annulla anche la profondità spaziale, creando un’immagine in cui ogni elemento sembra fluttuare in un universo privo di prospettiva – un aspetto presente sia nell’arte buddista che nella grafica pop giapponese.
Obliterate the Self and Even a Fire is Cool è molto più di un’esplosione di colori ed energia visiva: è un’opera che racchiude la filosofia di Murakami al crocevia tra arte, spiritualità e cultura di massa. Con la sua estetica vibrante e la sua profondità filosofica, l’opera ci invita a riflettere sull’identità, sull’impermanenza e sulla possibilità di trovare serenità nel caos visivo ed emotivo del mondo moderno.